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Nuovo Bonus Mamme 2025: come funziona l’integrazione al reddito per le lavoratrici con due o più figli

Con la circolare n. 139 del 28 ottobre 2025, l’INPS ha fornito le istruzioni operative per accedere al Nuovo Bonus Mamme, introdotto dall’articolo 6 del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95.

Bonus mamme

In breve

Si tratta di una misura di integrazione al reddito destinata alle lavoratrici madri con due o più figli, pensata per sostenere la conciliazione tra vita familiare e lavorativa.
Chi può richiederlo







Quanto spetta e quando




Come fare domanda





Aspetti fiscali


Un segnale di attenzione alla genitorialità

Possono beneficiare del bonus:

  • le lavoratrici dipendenti, pubbliche o private (esclusi i rapporti di lavoro domestico);

  • le lavoratrici autonome iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie o a casse professionali;

  • con due figli (il più piccolo con meno di 10 anni) o tre o più figli (il più piccolo con meno di 18 anni);

  • con reddito da lavoro annuo non superiore a 40.000 euro.

 

Il bonus non spetta nei mesi in cui la lavoratrice con tre o più figli ha un contratto a tempo indeterminato, in quanto in questi casi continua ad applicarsi l’esonero contributivo previsto dalla Legge di Bilancio 2024.

Il beneficio consiste in 40 euro al mese per ciascun mese (o frazione di mese) di attività lavorativa svolta nel 2025.
L’erogazione avverrà in un’unica soluzione nel mese di dicembre 2025 (o entro febbraio 2026 per le domande presentate più tardi), fino a un massimo di 480 euro complessivi.

La richiesta va presentata all’INPS entro 40 giorni dalla pubblicazione della circolare, attraverso:

  • il sito www.inps.it (SPID, CIE o CNS),

  • il Contact Center INPS (803.164 da fisso o 06.164.164 da mobile),

  • o tramite patronato.

Le lavoratrici dovranno autocertificare i requisiti (numero di figli, tipo di lavoro, reddito, ecc.) e indicare le modalità di pagamento.

Il Nuovo Bonus Mamme non è soggetto a tassazione, non concorre alla formazione del reddito complessivo e non incide sull’ISEE.

Questa misura rappresenta un ulteriore passo verso un welfare più equo e inclusivo, che riconosce il valore sociale del lavoro femminile e della genitorialità.
Per le aziende, si tratta di un’occasione per valorizzare la maternità all’interno delle proprie politiche HR, creando un contesto in cui le lavoratrici possano sentirsi sostenute e valorizzate.

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